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Trofeo di Nike

Trofeo dedicato al ciclismo ed alla stampa specializzata realizzato da Mario Eremita

La famosa azienda Campagnolo srl e l’Associazione Internazionale dei Giornalisti del Ciclismo ogni anno scelgono un artista per realizzare un trofeo che rappresenti sinteticamente i valori del ciclismo e della stampa specializzata sportiva. Nel 1985 fu prescelto l’artista Mario Eremita che eseguì la “Nike del ciclismo e della libera informazione”.

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la “Nike del ciclismo e della libera informazione” fu consegnata il 14 novembre 1985 a Bernard Hinault che ad oggi è il più grande campione della storia del ciclismo francese.

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Presentazione dell’opera

La scultura è stata eseguita con legno di cirmolo acciaio e argento. Rappresenta una testa alata di Nike, le ali sono alla maniera del Mercurio, sporgono dai lati del cranio e sono realizzate con i mozzi Campagnolo e fili d’argento, il busto e le spalle della figura sono idealizzate come i fogli dei giornali e realizzate con lastra d’argento battuta a mano. L’insieme è di altissimo livello di raffinatezza e pregio stilistico ben oltre la classica retorica del trofeo ma saldamente posizionato nell’ambito della scultura artistica più autentica.

Rassegna stampa

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    Casa Alacqua

    abbellimenti artistici dipinto murale presso Casa Alacqua Mestre Venezia “Concordia et Abundantia”

    Dipinto murale realizzato direttamente a parete con pitture speciali e foglia oro 24 kt. Le dimensioni complessive sono di circa metri 4 per 2,5. I soggetti sono figurativi e dedicati alla musica, simbolo dell’armonia ed alla cornucopia, simbolo dell’abbondanza.

    L’opera è stata trattata con tonalità del rosa e del grigio per emulare la pietra dura rodocrosite, secondo i desideri del committente dr. Alacqua.

    abbellimenti artistici mario eremita casa alacqua murales carpenedo mestre venezia

    La figura umana, nelle forme dei puttini e delle fanciulle, è il soggetto preferito da Mario Eremita. L’umanità attraversa integralmente tutta l’immaginazione di questo artista: dalla grazia all’apocalisse.

    Anche nei lavori commissionati, che necessariamente debbono essere eseguiti nel solco di precise esigenze, l’artista di valore è in grado di rendere il proprio personale tratto senza snaturarsi, bensì ampliando la codificazione.

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      Monumenti concept, glorioso cammino

      Premessa

      Gli artisti associati di CAOS si propongono per la progettazione e la realizzazione di monumenti celebrativi e commemorativi. Il tema è frutto della consultazione del committente e di un approfondito esame filologico teso ad individuare le caratteristiche formali, simboliche, allegoriche e contenutistiche dell’opera.

      La predilezione per temi figurativi, che diano quindi centralità alla figura umana, non preclude la possibilità di creazioni astratte, in particolare grazie alla collaborazione con l’architetto artista Michelangelo Eremita che ha sviluppato questo particolare genere di formalismo.

      Circa l’opportunità dell’arte nella vita quotidiana

      Nella storia la bellezza è un attributo o un valore estetico relativo, legato alle civiltà umane nel loro divenire. Essa non è un valore assoluto.

      Nell’arte la bellezza soggiace alla capacità dell’artista di costruire un sistema coerente di significati astratti, di concetti e di valori e soggiace anche alla capacità di trasmetterli integri e con estrema sintesi ed efficacia tali da raggiungere direttamente chi è in grado di coglierli.

      L’arte non ha bisogno di spiegarsi, non deve essere tradotta o interpretata; l’arte può essere letta capita accolta amata; ma, in essa, la bellezza è un valore assoluto.

      L’arte non trasmette valori soggettivi, essa non è etica; si rifà a regole basilari e fondamentali, misteriose, legate all’illusione, alla menzogna, al sogno, forse alle nostre paure ancestrali.

      Per questo espressioni belle dell’arte contengono messaggi che possono essere colti in ogni momento e ovunque assumendo tratti di assolutezza o dandone l’illusione.

      Le domande che dobbiamo porci e porre oggi ai nostri figli sono le seguenti:
      “quanta conoscenza dell’arte c’è in noi?”;
      “quanta di questa conoscenza è al servizio dell’uomo?”

      È necessaria una vera riflessione sulla necessità di conquistare una società umana basata sulla conoscenza e sull’arte; quindi una società oggettivamente bella.

      L’attenzione verso l’arte deve essere coltivata nei nostri figli fin dalla loro più tenera età. Dobbiamo portare i bambini nei musei, nelle pinacoteche, dobbiamo pretendere che le scuole forniscano insegnanti di Storia dell’Arte e non solo di Disegno; dobbiamo pretendere che questi insegnanti trasmettano l’amore per l’arte.

      Comprendere l’arte significa saper vedere e saper vedere è un obiettivo arduo da raggiungere; non basta, a volte, una vita. Bisogna quindi indicare la strada ai giovani affinché possano scegliere.

      Ipotesi e progetti per un rinascimento delle arti

      Oggi, non solo le Istituzioni Religiose o i Privati Collezionisti ma anche e forse soprattutto, gli Amministratori Pubblici, svolgono un’importante funzione nello sviluppo della sensibilità della gente nei confronti dell’arte. Loro hanno la possibilità di ricucire un’enorme frattura che dal XX secolo si è creata tra il popolo e l’arte contemporanea.

      L’arte deve ritornare vicino alla gente per porre le basi di una sua rinascita. Nella progettazione dei Piani Regolatori, delle zone residenziali e nella futura riprogettazione delle avvilenti zone industriali, recentemente sfiduciate dalle catastrofi naturali, si deve ritornare a porre al centro l’uomo e l’umanità e questo passa anche da un’attenta ricerca e selezione di artisti adatti a compiere delle opere che rendano coesa la comunità. Opere attorno alle quali la comunità umana possa stringersi, esattamente come accadeva nel nostro rinascimento con il contributo della Chiesa ma anche di illuminati e consapevoli Dominanti, come Federico da Montefeltro o Sigismondo Malatesta o Lorenzo Dei Medici.

      Tale lavoro ha delle forti basi politiche; chi vorrà assumersi questa piacevole ed avvincente responsabilità otterrà la storia. Chi sarà in grado di arricchire la comunità di ciò che è creato per essa e non di costruito per un preteso onore alla medesima “arte” avrà creato mille possibilità ai suoi concittadini.

      In queste pagine abbiamo voluto presentare alcuni bozzetti di grandi opere al solo fine di dare un’idea delle possibilità che offre l’immaginazione dell’artista Mario Eremita e dell’architetto artista Michelangelo Eremita.

      Il Glorioso Cammino

      Il concept prevede un’opera in bassorilievo incastonata in un fondo di mosaico marmoreo e vitreo.

      Questo ampio bassorilievo è dedicato alla memoria del Maresciallo Felice Maritano ma non vuole essere un monumento funebre o meramente commemorativo. Si tratta di un’opera di solido contenuto figurativo e simbolico che, tuttavia, intende affrontare la difficoltà dell’articolazione retorica, con particolare delicatezza originalità e discrezione, lasciando ampio spazio a sottili riferimenti all’arte greca e bizantina.

      L’esigenza primaria dell’artista è quella di comunicare ai famigliari dell’eroe, in particolare ai figli; di dare a loro per primi il fermo riconoscimento del valore della persona ben prima che del soldato e dell’ufficiale dell’Arma. Perché si nasce eroi, si nasce con quella particolare empatia che fa certe persone così speciali. Comunicando idealmente ai figli del Maresciallo, l’artista apre un dialogo con i giovani allievi sottufficiali della Scuola, che avranno avanti a loro un’opera dove la retorica muscolare è tralasciata, rispetto al primato della ragione e della lucida volontà, che sorge dalla mente e non dalla forza fisica.

      Ecco quindi l’esigenza figurativa e non concettuale o formalmente astratta. Ogni soggetto qui ha una sua esistenza, una sua tensione vitale, non sono semplici presenze fisiche ma esseri che vivono la loro personale esperienza nel mondo e che sono qui per un motivo che li accomuna in differenti modi, ognuno simbolico ed evocativo; ad esempio gli stessi cavalli hanno pose differenti che ne individuano la singola emotività. La simmetria assiale è seguita per dare il significato di ordine e solennità, pur venendo meno in prossimità dell’altare, dove, alla destra ed alla sinistra della Vittoria Alata, si presentano l’Italia Turrita ed il “Milite Simbolico” impersonato dalla figura mitologica di Ettore.

      Dando seguito alla lettura dell’opera, alle due estremità troviamo imponenti alberi: una quercia ed un olivo, che introducono subito l’idea naturalistica e vitale del contesto e rappresentano la solidità e la resilienza di una società basata sul diritto, oltreché evocare il potere dei valori della famiglia. La quercia ha numerose simbologie in varie culture e nella storia. Essa è considerata l’albero della vita, della saggezza, della forza, della capacità di superare momenti difficili. Le sue possenti chiome e poderose radici auspicano l’unità del focolare e la fertilità, intesa anche come significato astratto di fertilità d’idee e di valori. Nell’araldica la quercia è l’albero più nobile ed incarna i più positivi valori; tra i molti qui s’evidenzia quello dello spirito indomito e coraggioso. L’olivo, anch’esso, simboleggia valori positivi: la pace, la vittoria, la fama e la gloria immortale. Entrambe le piante sono rappresentate all’estremità per includere tutta la scena e dare ad essa un senso di raccoglimento spirituale e materiale all’interno di questi valori condivisi.

      Ai piedi degli alberi vi sono due grossi cani lupo, accucciati ma con le orecchie tese e lo sguardo vigile rivolto all’altare. Sono il simbolo della fedeltà ma anche dell’attenzione e dell’affezione verso la gerarchia e l’autorevolezza; essi, inoltre, impersonificano il ragionamento induttivo proprio dell’intuito originato dall’istinto. Questa è una qualità fondamentale per il capace uomo d’armi, per il talentuoso investigatore che dissolve le trame del male.

      Dopo il cane lupo seguono, per ogni lato, quattro gruppi di tre figure umane. I gruppi di tre hanno la funzione di evocare le tre forze dell’animo umano: intelligenza volontà memoria. I quattro gruppi simboleggiano tutto il creato: terra acqua aria fuoco. Il primo gruppo di tre è costituito da Carabinieri a Cavallo in Grande Uniforme con Lucerna. Qui interessante, come già accennato, è la posa dei destrieri, ognuno con la sua particolare emotività: c’è quello che vuole indietreggiare, quello che avanza, quello che morde le redini, quello che freme eccitato. Questi animali rappresentano il progresso dell’uomo nel suo duplice significato, positivo e negativo. Il primo come avanzamento tecnologico e scientifico, il secondo come travolgente impeto della guerra di conquista; ecco perché vanno trattenuti, controllati e saggiamente guidati dall’autorevolezza e dall’ordine del diritto e del potere esecutivo.

      Seguono i Carabinieri in Grande Uniforme con Lucerna e Sciabola; la loro posa è di guardia, conforme al protocollo militare; non salutano l’Ufficiale in quanto non vi sono di fronte ma al fianco e quindi sono nell’esatta posizione della vigilanza. Sono figure ieratiche come la Vittoria Alata; questo perché incarnano un’istituzione che dev’essere equa, neutrale, incorruttibile e fedele ai principi fondamentali che sono sanciti nella normativa morale, che sempre introduce ogni Regolamento dell’Arma. Dai Carabinieri in poi è costruita una struttura elevata che ha duplice funzione:

      1. tecnicamente, consente di mantenere lo svolgimento della scena sullo stesso piano visivo dei cavalieri e quindi di dare la necessaria rilevanza a ciò che si rappresenta;
      2. formalmente segna un passaggio, una transizione da valori terreni a valori spirituali, i tre carabinieri sono presidio di questa transizione.

      Tutta l’opera è costruita come un doppio climax che, dalle due estremità, procede verso il centro; un climax di emozioni e riferimenti simbolici.

      Procediamo.

      I carabinieri di guardia sono all’estremità della parte più centrale dell’opera perché questa contiene i riferimenti evocativi e rituali più pregnanti e particolari. Se gli alberi i cani i cavalli ed i cavalieri esponevano significati più ampi ed universali; dopo i carabinieri di guardia s’accede ad un mondo più spirituale. Ecco le tre figure femminili che suonano la tuba e i tre fanciulli che percuotono i tamburi. Sono adolescenti e bambini in abiti non moderni ma riferiti ad una realtà atemporale o mistica o mitologica. Le prime richiamano le Nikai, che incontrano gli eroi delle battaglie o gli eroi delle gare, fornendo loro i migliori auspici.

      Si sfuma qui il contatto con la contemporaneità ma, direi meglio, con la quotidianità. Entriamo nel mondo dei miti, popolato da entità quasi astratte o di cui il lontano ricordo ci ha lasciato solo l’aura del mito; ci avviciniamo all’altare di Maritano. L’artista ha inteso richiamare la musica in questo settore dell’opera, poiché essa è la sua seconda grande musa; ma anche perché è qui il ruolo fondamentale dell’armonia e del ritmo, nello scandire molti aspetti dell’agire umano. La battaglia, così come la gara, così come la crescita di un ragazzo, sono stabiliti con un particolare tempo, una particolare accordatura. Le donne dell’antichità scoprirono che, al battere del tamburo, la pianticella cresce meglio e più in fretta; cogliendone una misteriosa forza vitale, iniziarono ad usare questo strumento per accompagnare il passaggio all’aldilà o per richiamare le anime dal mondo dei morti in lunghe sedute sciamaniche. Intere civiltà usarono suoni ritmati e, potenti, rigorose, armonie per creare il timore nell’avversario, per moltiplicare il carisma dei condottieri e degli eserciti, per tenere alto il morale delle truppe.

      Ecco quindi i tre fanciulli coi tamburi. Dai buoni auspici, elevati con l’inno metallico della tuba delle Nikai, al risucchio soprannaturale dell’estasi ritmica con cui si concede al meritevole trapassato, ancora e per sempre, un afflato di forza vitale, al fine di mai rescindere il legame della vita; anzi, di rievocarne lo spirito e trasmetterlo, per empatia, a coloro che siano esposti ai battiti ritmati e tradotti in un’ideale armonia muta, i fruitori dell’opera ad esempio. Fanciulle e fanciulli fatti musici; perché sia dall’innocenza e dal candore di chi è ancora estraneo alle afflizioni umane, che provengano inni e ritmi. Quindi, come già enunciato, nessun riferimento funebre ma, semmai, molteplici riferimenti vitali e spirituali, con la più spontanea affezione per ciò che dello spirito è limpido ed universale.

      Oltrepassati i musici, entriamo nel vivo di una rappresentazione che si fa completamente ultraterrena e pienamente simbolica. Al centro di essa è collocato l’altare dedicato al Maresciallo Felice Maritano. È un luogo in cui converge ogni forza ed ogni valore evocato dall’opera; è il fulcro ed il punto di equilibrio di tutto; attorno ad esso è naturale che possano manifestarsi gli esiti di questi contenuti, come, nell’atto di sacrificio, si manifestò la somma spiritualità della forza morale e compassionevole; condotta lungo un’intera esistenza di rettitudine. Accade perciò che l’atmosfera sopra l’altare s’illumina di luce dorata; poco prima che lì d’appresso si materializzino due solenni figure puramente simboliche. A sinistra di chi osserva appare la personificazione dell’Italia Turrita che porta, nella man destra, il ramoscello di palma simbolo dei valori cristiani e del martirio; a destra di chi osserva si delinea il “Milite Simbolico” in vesti atemporali e mitiche, impersonificato da Ettore di Troia; colui che, per impedire al nemico il sopravvento, l’affronta facendo scudo alla sua gente. Queste due presenze s’approssimano discretamente all’altare mantenendo una leggera distanza di rispetto e tendono la mano verso la terza che, dopo di loro e grazie a loro, si svela: la Vittoria Alata emerge dall’altare con lunghe e lievi vesti e leggiadre ali; ma forti e delineate. Costei è in posa ieratica e muta, indifferente al censo al potere alle referenze, ella è la Vittoria del Giusto, non la vittoria del soverchiatore. Le sue mani porge ai due convenuti in segno di condivisione ma anche al fine di donare ad entrambi ancora un’altra luce. Ecco compiuta l’ultima e più cogente trinità: il senso della Patria, il senso della Giustizia, il senso del Sacrificio. Preziosi significati, del tutto astratti e, quindi, delicati e fragili, se non conservati e tramandati con convinzione ed amore; non imposti od inculcati con roboante retorica ma offerti alla comprensione con pazienza, rispetto ed empatia, in un mondo in continuo e controverso cambiamento, con la certezza che siano valori immortali e universali, con la consapevolezza che sempre essi saranno aggrediti e vilipesi; ma che solamente l’integrità e l’umanità dei loro promulgatori e dei loro difensori potrà tramandare, migliorandoli.

      Quest’opera è quindi un cammino verso l’astrazione che, dai valori più concreti e terreni ( alberi cani cavalli ) porta ai valori più alti ed ideali ( patria giustizia sacrificio ), cammino che, dalla forza della fisicità porta alla forza della mente e della spiritualità; cammino che, nella delicata e discreta rappresentazione plastica, evidenzia tutta la sua fragilità ed impermanenza, se esso rimane privo del contributo delle persone comuni. Le idee ed i valori viaggiano sempre sulle gambe delle persone.

      La cromaticità dell’opera è minima per esaltarne il rigore e conferire il tono drammatico, bilanciando la dolcezza delle figure. Lo sfondo musivo è in tonalità di marmo grigio/verde e grigio/blu a sfumare; mentre la parte sovrastante l’altare è in mosaico vitreo con oro 24kt al fine di dare sacralità e luminosità al fulcro dell’intero lavoro. Le sculture in bassorilievo sono sostanzialmente monocromatiche.

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        Monumenti concept, Tanit e l’aquila

        Premessa

        Gli artisti associati di CAOS si propongono per la progettazione e la realizzazione di monumenti celebrativi e commemorativi. Il tema è frutto della consultazione del committente e di un approfondito esame filologico teso ad individuare le caratteristiche formali, simboliche, allegoriche e contenutistiche dell’opera.

        La predilezione per temi figurativi, che diano quindi centralità alla figura umana, non preclude la possibilità di creazioni astratte, in particolare grazie alla collaborazione con l’architetto artista Michelangelo Eremita che ha sviluppato questo particolare genere di formalismo.

        Circa l’opportunità dell’arte nella vita quotidiana

        Nella storia la bellezza è un attributo o un valore estetico relativo, legato alle civiltà umane nel loro divenire. Essa non è un valore assoluto.

        Nell’arte la bellezza soggiace alla capacità dell’artista di costruire un sistema coerente di significati astratti, di concetti e di valori e soggiace anche alla capacità di trasmetterli integri e con estrema sintesi ed efficacia tali da raggiungere direttamente chi è in grado di coglierli.

        L’arte non ha bisogno di spiegarsi, non deve essere tradotta o interpretata; l’arte può essere letta capita accolta amata; ma, in essa, la bellezza è un valore assoluto.

        L’arte non trasmette valori soggettivi, essa non è etica; si rifà a regole basilari e fondamentali, misteriose, legate all’illusione, alla menzogna, al sogno, forse alle nostre paure ancestrali.

        Per questo espressioni belle dell’arte contengono messaggi che possono essere colti in ogni momento e ovunque assumendo tratti di assolutezza o dandone l’illusione.

        Le domande che dobbiamo porci e porre oggi ai nostri figli sono le seguenti:
        “quanta conoscenza dell’arte c’è in noi?”;
        “quanta di questa conoscenza è al servizio dell’uomo?”

        È necessaria una vera riflessione sulla necessità di conquistare una società umana basata sulla conoscenza e sull’arte; quindi una società oggettivamente bella.

        L’attenzione verso l’arte deve essere coltivata nei nostri figli fin dalla loro più tenera età. Dobbiamo portare i bambini nei musei, nelle pinacoteche, dobbiamo pretendere che le scuole forniscano insegnanti di Storia dell’Arte e non solo di Disegno; dobbiamo pretendere che questi insegnanti trasmettano l’amore per l’arte.

        Comprendere l’arte significa saper vedere e saper vedere è un obiettivo arduo da raggiungere; non basta, a volte, una vita. Bisogna quindi indicare la strada ai giovani affinché possano scegliere.

        Ipotesi e progetti per un rinascimento delle arti

        Oggi, non solo le Istituzioni Religiose o i Privati Collezionisti ma anche e forse soprattutto, gli Amministratori Pubblici, svolgono un’importante funzione nello sviluppo della sensibilità della gente nei confronti dell’arte. Loro hanno la possibilità di ricucire un’enorme frattura che dal XX secolo si è creata tra il popolo e l’arte contemporanea.

        L’arte deve ritornare vicino alla gente per porre le basi di una sua rinascita. Nella progettazione dei Piani Regolatori, delle zone residenziali e nella futura riprogettazione delle avvilenti zone industriali, recentemente sfiduciate dalle catastrofi naturali, si deve ritornare a porre al centro l’uomo e l’umanità e questo passa anche da un’attenta ricerca e selezione di artisti adatti a compiere delle opere che rendano coesa la comunità. Opere attorno alle quali la comunità umana possa stringersi, esattamente come accadeva nel nostro rinascimento con il contributo della Chiesa ma anche di illuminati e consapevoli Dominanti, come Federico da Montefeltro o Sigismondo Malatesta o Lorenzo Dei Medici.

        Tale lavoro ha delle forti basi politiche; chi vorrà assumersi questa piacevole ed avvincente responsabilità otterrà la storia. Chi sarà in grado di arricchire la comunità di ciò che è creato per essa e non di costruito per un preteso onore alla medesima “arte” avrà creato mille possibilità ai suoi concittadini.

        In queste pagine abbiamo voluto presentare alcuni bozzetti di grandi opere al solo fine di dare un’idea delle possibilità che offre l’immaginazione dell’artista Mario Eremita e dell’architetto artista Michelangelo Eremita.

        Tanit e l’aquila

        La scultura in bronzo rappresenta una figura femminile ( Tanit, dea della fertilità cartaginese ) con alcuni riferimenti agli abiti tradizionali sardi che emerge da un’intricata impalcatura corallina.

        La scultura in bronzo è modellata in creta e successivamente preparata per la fusione a cera persa; ne sarà eseguito un solo esemplare, dopodiché il modello in creta sarà distrutto. Dopo le opportune rifiniture la statua verrà lucidata conservandone le leggere incrostazioni del verde naturale dell’ossidazione.

        monumenti concept e progetti mario e michelangelo eremita

        Il basamento si integra con l’opera fornendo ad essa un sostegno dinamico fortemente aggettante ed allungato. Questo elemento verticale, non ortogonale al suolo, segue una traiettoria sinuosa ed evoca il nesso tra i movimenti naturali del mare e del cielo; al suo apice si colloca un capitello di vaga somiglianza ionica.

        monumenti concept e progetti mario e michelangelo eremita

        Si tratta di un’opera che propone le istanze dell’arte figurativa simbolista. Il corpo umano, sempre osservato dal basso verso l’alto, segue un andamento spiraliforme che, dalle radici dei coralli, si dispiega fino al braccio destro, proteso in alto, sul quale poggia l’aquila reale sarda in procinto di spiccare il volo.

        monumenti concept e progetti mario e michelangelo eremita

        Il tema portante è la fertilità, che pone le sue origini nel mare, diviene corallo, prezioso sostegno per il simbolo terreno ed umano della fertilità e quindi s’incarna in quello stesso simbolo nella figura femminile che è, a sua volta, fulcro dell’anelito al volo del nobile volatile dell’isola. Il basamento ha il compito di elevare l’insieme della figura simbolica al fine di caricarla di tensione drammatica, valenza spirituale e sottile connotazione surrealistica.

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          Monumenti concept, miliana papilion hospiton

          Premessa

          Gli artisti associati di CAOS si propongono per la progettazione e la realizzazione di monumenti celebrativi e commemorativi. Il tema è frutto della consultazione del committente e di un approfondito esame filologico teso ad individuare le caratteristiche formali, simboliche, allegoriche e contenutistiche dell’opera.

          La predilezione per temi figurativi, che diano quindi centralità alla figura umana, non preclude la possibilità di creazioni astratte, in particolare grazie alla collaborazione con l’architetto artista Michelangelo Eremita che ha sviluppato questo particolare genere di formalismo.

          Circa l’opportunità dell’arte nella vita quotidiana

          Nella storia la bellezza è un attributo o un valore estetico relativo, legato alle civiltà umane nel loro divenire. Essa non è un valore assoluto.

          Nell’arte la bellezza soggiace alla capacità dell’artista di costruire un sistema coerente di significati astratti, di concetti e di valori e soggiace anche alla capacità di trasmetterli integri e con estrema sintesi ed efficacia tali da raggiungere direttamente chi è in grado di coglierli.

          L’arte non ha bisogno di spiegarsi, non deve essere tradotta o interpretata; l’arte può essere letta capita accolta amata; ma, in essa, la bellezza è un valore assoluto.

          L’arte non trasmette valori soggettivi, essa non è etica; si rifà a regole basilari e fondamentali, misteriose, legate all’illusione, alla menzogna, al sogno, forse alle nostre paure ancestrali.

          Per questo espressioni belle dell’arte contengono messaggi che possono essere colti in ogni momento e ovunque assumendo tratti di assolutezza o dandone l’illusione.

          Le domande che dobbiamo porci e porre oggi ai nostri figli sono le seguenti:
          “quanta conoscenza dell’arte c’è in noi?”;
          “quanta di questa conoscenza è al servizio dell’uomo?”

          È necessaria una vera riflessione sulla necessità di conquistare una società umana basata sulla conoscenza e sull’arte; quindi una società oggettivamente bella.

          L’attenzione verso l’arte deve essere coltivata nei nostri figli fin dalla loro più tenera età. Dobbiamo portare i bambini nei musei, nelle pinacoteche, dobbiamo pretendere che le scuole forniscano insegnanti di Storia dell’Arte e non solo di Disegno; dobbiamo pretendere che questi insegnanti trasmettano l’amore per l’arte.

          Comprendere l’arte significa saper vedere e saper vedere è un obiettivo arduo da raggiungere; non basta, a volte, una vita. Bisogna quindi indicare la strada ai giovani affinché possano scegliere.

          Ipotesi e progetti per un rinascimento delle arti

          Oggi, non solo le Istituzioni Religiose o i Privati Collezionisti ma anche e forse soprattutto, gli Amministratori Pubblici, svolgono un’importante funzione nello sviluppo della sensibilità della gente nei confronti dell’arte. Loro hanno la possibilità di ricucire un’enorme frattura che dal XX secolo si è creata tra il popolo e l’arte contemporanea.

          L’arte deve ritornare vicino alla gente per porre le basi di una sua rinascita. Nella progettazione dei Piani Regolatori, delle zone residenziali e nella futura riprogettazione delle avvilenti zone industriali, recentemente sfiduciate dalle catastrofi naturali, si deve ritornare a porre al centro l’uomo e l’umanità e questo passa anche da un’attenta ricerca e selezione di artisti adatti a compiere delle opere che rendano coesa la comunità. Opere attorno alle quali la comunità umana possa stringersi, esattamente come accadeva nel nostro rinascimento con il contributo della Chiesa ma anche di illuminati e consapevoli Dominanti, come Federico da Montefeltro o Sigismondo Malatesta o Lorenzo Dei Medici.

          Tale lavoro ha delle forti basi politiche; chi vorrà assumersi questa piacevole ed avvincente responsabilità otterrà la storia. Chi sarà in grado di arricchire la comunità di ciò che è creato per essa e non di costruito per un preteso onore alla medesima “arte” avrà creato mille possibilità ai suoi concittadini.

          In queste pagine abbiamo voluto presentare alcuni bozzetti di grandi opere al solo fine di dare un’idea delle possibilità che offre l’immaginazione dell’artista Mario Eremita e dell’architetto artista Michelangelo Eremita.

          Miliana Papilion Hospiton

          La scultura in bronzo rappresenta una figura femminile vestita da un chitone e da un peplo intessuti di corallo che elegantemente allarga le braccia mentre sulla mano destra solleva la farfalla “Papilio Hospiton” per invitarla a spiccare il volo, la farfalla in oggetto è un simbolo della Sardegna ed è a rischio estinzione.

          La Scultura in Bronzo verrà modellata in creta e successivamente preparata per la fusione in bronzo a cera persa; ne sarà eseguito un solo esemplare, dopodiché il modello in creta sarà distrutto.

          Dopo le opportune rifiniture la statua verrà lucidata conservandone le leggere incrostazioni del verde naturale dell’ossidazione. Il basamento non ha solamente la funzione di sostegno ma anche quella di rappresentare, nella parte bassa, la pianta di alloro, simbolo di eccellenza di gloria e di vittoria. Esso riporta nell’affusto le scanalature e le decorazioni di vago riferimento classico.

          monumenti concept e progetti mario e michelangelo eremita

          Si tratta di un’opera che propone le istanze dell’arte figurativa simbolista. La figura femminile è denominata Miliana che, nella terminologia della flora significa alloro o sambuco agreste.

          monumenti concept e progetti mario e michelangelo eremita

          La figura umana, ergendosi sopra una pianta d’alloro che simboleggia l’eccellenza la gloria e la vittoria, ha le braccia aperte come a imitare il volo planato delle farfalle mentre sulla punta delle dita della mano sinistra accoglie appunto una Papilio Hospiton, insetto volante sardo a rischio d’estinzione, che invita dolcemente a spiccare il volo.

          La figura femminile indossa un chitone e un peplo intrecciati di coralli, riferimenti alla preziosità del mare sardo.

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            Monumenti concept, consumismo

            Premessa

            Gli artisti associati di CAOS si propongono per la progettazione e la realizzazione di monumenti celebrativi e commemorativi. Il tema è frutto della consultazione del committente e di un approfondito esame filologico teso ad individuare le caratteristiche formali, simboliche, allegoriche e contenutistiche dell’opera.

            La predilezione per temi figurativi, che diano quindi centralità alla figura umana, non preclude la possibilità di creazioni astratte, in particolare grazie alla collaborazione con l’architetto artista Michelangelo Eremita che ha sviluppato questo particolare genere di formalismo.

            Circa l’opportunità dell’arte nella vita quotidiana

            Nella storia la bellezza è un attributo o un valore estetico relativo, legato alle civiltà umane nel loro divenire. Essa non è un valore assoluto.

            Nell’arte la bellezza soggiace alla capacità dell’artista di costruire un sistema coerente di significati astratti, di concetti e di valori e soggiace anche alla capacità di trasmetterli integri e con estrema sintesi ed efficacia tali da raggiungere direttamente chi è in grado di coglierli.

            L’arte non ha bisogno di spiegarsi, non deve essere tradotta o interpretata; l’arte può essere letta capita accolta amata; ma, in essa, la bellezza è un valore assoluto.

            L’arte non trasmette valori soggettivi, essa non è etica; si rifà a regole basilari e fondamentali, misteriose, legate all’illusione, alla menzogna, al sogno, forse alle nostre paure ancestrali.

            Per questo espressioni belle dell’arte contengono messaggi che possono essere colti in ogni momento e ovunque assumendo tratti di assolutezza o dandone l’illusione.

            Le domande che dobbiamo porci e porre oggi ai nostri figli sono le seguenti:
            “quanta conoscenza dell’arte c’è in noi?”;
            “quanta di questa conoscenza è al servizio dell’uomo?”

            È necessaria una vera riflessione sulla necessità di conquistare una società umana basata sulla conoscenza e sull’arte; quindi una società oggettivamente bella.

            L’attenzione verso l’arte deve essere coltivata nei nostri figli fin dalla loro più tenera età. Dobbiamo portare i bambini nei musei, nelle pinacoteche, dobbiamo pretendere che le scuole forniscano insegnanti di Storia dell’Arte e non solo di Disegno; dobbiamo pretendere che questi insegnanti trasmettano l’amore per l’arte.

            Comprendere l’arte significa saper vedere e saper vedere è un obiettivo arduo da raggiungere; non basta, a volte, una vita. Bisogna quindi indicare la strada ai giovani affinché possano scegliere.

            Ipotesi e progetti per un rinascimento delle arti

            Oggi, non solo le Istituzioni Religiose o i Privati Collezionisti ma anche e forse soprattutto, gli Amministratori Pubblici, svolgono un’importante funzione nello sviluppo della sensibilità della gente nei confronti dell’arte. Loro hanno la possibilità di ricucire un’enorme frattura che dal XX secolo si è creata tra il popolo e l’arte contemporanea.

            L’arte deve ritornare vicino alla gente per porre le basi di una sua rinascita. Nella progettazione dei Piani Regolatori, delle zone residenziali e nella futura riprogettazione delle avvilenti zone industriali, recentemente sfiduciate dalle catastrofi naturali, si deve ritornare a porre al centro l’uomo e l’umanità e questo passa anche da un’attenta ricerca e selezione di artisti adatti a compiere delle opere che rendano coesa la comunità. Opere attorno alle quali la comunità umana possa stringersi, esattamente come accadeva nel nostro rinascimento con il contributo della Chiesa ma anche di illuminati e consapevoli Dominanti, come Federico da Montefeltro o Sigismondo Malatesta o Lorenzo Dei Medici.

            Tale lavoro ha delle forti basi politiche; chi vorrà assumersi questa piacevole ed avvincente responsabilità otterrà la storia. Chi sarà in grado di arricchire la comunità di ciò che è creato per essa e non di costruito per un preteso onore alla medesima “arte” avrà creato mille possibilità ai suoi concittadini.

            In queste pagine abbiamo voluto presentare alcuni bozzetti di grandi opere al solo fine di dare un’idea delle possibilità che offre l’immaginazione dell’artista Mario Eremita e dell’architetto artista Michelangelo Eremita.

            Consumismo

            Tema controverso è quello del consumismo. Una colonna di calcestruzzo nella quale sono inseriti elementi in bronzo che raccontano il disagio della società dei consumi, rappresentata dalla parte bassa; mentre nella parte alta dei bimbi incarnano la speranza nel futuro in cui loro stessi saranno portatori di sviluppo oltre che di progresso, e guarderanno con ironia quel passato sul quale rivolgeranno anche l’acqua, simbolo della rinascita della vita.

            monumenti concept e progetti mario e michelangelo eremita

            Le opere degli artisti autentici si legano sempre alla comunità umana che li apprezza e li rende parte dei riferimenti della vita quotidiana. Quando le cose stanno così, si sono poste le basi per un confronto con la storia, con il tempo e con la possibilità di sviluppo sociale e culturale di una comunità.

            monumenti concept e progetti mario e michelangelo eremita
            monumenti concept e progetti mario e michelangelo eremita

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              monumenti concept e progetti mario e michelangelo eremita sculture bassorilievi murales

              Monumenti concept, cavalli selvaggi

              Premessa

              Gli artisti associati di CAOS si propongono per la progettazione e la realizzazione di monumenti celebrativi e commemorativi. Il tema è frutto della consultazione del committente e di un approfondito esame filologico teso ad individuare le caratteristiche formali, simboliche, allegoriche e contenutistiche dell’opera.

              La predilezione per temi figurativi, che diano quindi centralità alla figura umana, non preclude la possibilità di creazioni astratte, in particolare grazie alla collaborazione con l’architetto artista Michelangelo Eremita che ha sviluppato questo particolare genere di formalismo.

              Circa l’opportunità dell’arte nella vita quotidiana

              Nella storia la bellezza è un attributo o un valore estetico relativo, legato alle civiltà umane nel loro divenire. Essa non è un valore assoluto.

              Nell’arte la bellezza soggiace alla capacità dell’artista di costruire un sistema coerente di significati astratti, di concetti e di valori e soggiace anche alla capacità di trasmetterli integri e con estrema sintesi ed efficacia tali da raggiungere direttamente chi è in grado di coglierli.

              L’arte non ha bisogno di spiegarsi, non deve essere tradotta o interpretata; l’arte può essere letta capita accolta amata; ma, in essa, la bellezza è un valore assoluto.

              L’arte non trasmette valori soggettivi, essa non è etica; si rifà a regole basilari e fondamentali, misteriose, legate all’illusione, alla menzogna, al sogno, forse alle nostre paure ancestrali.

              Per questo espressioni belle dell’arte contengono messaggi che possono essere colti in ogni momento e ovunque assumendo tratti di assolutezza o dandone l’illusione.

              Le domande che dobbiamo porci e porre oggi ai nostri figli sono le seguenti:
              “quanta conoscenza dell’arte c’è in noi?”;
              “quanta di questa conoscenza è al servizio dell’uomo?”

              È necessaria una vera riflessione sulla necessità di conquistare una società umana basata sulla conoscenza e sull’arte; quindi una società oggettivamente bella.

              L’attenzione verso l’arte deve essere coltivata nei nostri figli fin dalla loro più tenera età. Dobbiamo portare i bambini nei musei, nelle pinacoteche, dobbiamo pretendere che le scuole forniscano insegnanti di Storia dell’Arte e non solo di Disegno; dobbiamo pretendere che questi insegnanti trasmettano l’amore per l’arte.

              Comprendere l’arte significa saper vedere e saper vedere è un obiettivo arduo da raggiungere; non basta, a volte, una vita. Bisogna quindi indicare la strada ai giovani affinché possano scegliere.

              Ipotesi e progetti per un rinascimento delle arti

              Oggi, non solo le Istituzioni Religiose o i Privati Collezionisti ma anche e forse soprattutto, gli Amministratori Pubblici, svolgono un’importante funzione nello sviluppo della sensibilità della gente nei confronti dell’arte. Loro hanno la possibilità di ricucire un’enorme frattura che dal XX secolo si è creata tra il popolo e l’arte contemporanea.

              L’arte deve ritornare vicino alla gente per porre le basi di una sua rinascita. Nella progettazione dei Piani Regolatori, delle zone residenziali e nella futura riprogettazione delle avvilenti zone industriali, recentemente sfiduciate dalle catastrofi naturali, si deve ritornare a porre al centro l’uomo e l’umanità e questo passa anche da un’attenta ricerca e selezione di artisti adatti a compiere delle opere che rendano coesa la comunità. Opere attorno alle quali la comunità umana possa stringersi, esattamente come accadeva nel nostro rinascimento con il contributo della Chiesa ma anche di illuminati e consapevoli Dominanti, come Federico da Montefeltro o Sigismondo Malatesta o Lorenzo Dei Medici.

              Tale lavoro ha delle forti basi politiche; chi vorrà assumersi questa piacevole ed avvincente responsabilità otterrà la storia. Chi sarà in grado di arricchire la comunità di ciò che è creato per essa e non di costruito per un preteso onore alla medesima “arte” avrà creato mille possibilità ai suoi concittadini.

              In queste pagine abbiamo voluto presentare alcuni bozzetti di grandi opere al solo fine di dare un’idea delle possibilità che offre l’immaginazione dell’artista Mario Eremita e dell’architetto artista Michelangelo Eremita.

              Cavalli selvaggi

              Ecco il bozzetto per la scultura de “cavalli selvaggi”. Si tratta di una scultura in bronzo nella quale sono inseriti elementi in vetro di Murano. I cavalli sono sospesi in questa intelaiatura di bronzo e vetro che rappresenta a sua volta l’albero della vita.

              monumenti concept e progetti mario e michelangelo eremita

              I cavalli trottano sulle fronde dell’albero della vita che paiono sembrare anche i flutti del mare. È un’idea di fortissimo dinamismo e di grande luminosità che crea un clima positivo, incoraggiante, stimolante, favorevole alla socialità alla convivialità ed all’ottimismo alla fiducia ad un’idea di progresso accompagnato dallo sviluppo.

              monumenti concept e progetti mario e michelangelo eremita

              Un tema più controverso è questo del consumismo. Una colonna di calcestruzzo nella quale sono inseriti elementi in bronzo che raccontano il disagio della società dei consumi, rappresentata dalla parte bassa; mentre nella parte alta dei bimbi incarnano la speranza nel futuro in cui loro stessi saranno portatori di sviluppo oltre che di progresso, e guarderanno con ironia quel passato sul quale rivolgeranno anche l’acqua, simbolo della rinascita della vita.

              Le opere degli artisti autentici si legano sempre alla comunità umana che li apprezza e li rende parte dei riferimenti della vita quotidiana. Quando le cose stanno così, si sono poste le basi per un confronto con la storia, con il tempo e con la possibilità di sviluppo sociale e culturale di una comunità.

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                scultura monumento inno alla vita di mario eremita bronzo cera persa prova autore

                Inno alla Vita 2/3, prova d’autore

                Scultura monumento in bronzo a cera persa, Bondeno di Ferrara

                Il progetto prevede la creazione dal calco di 9 esemplari di cui 3 prove d’autore. La prima prova d’autore è stata donata dall’Artista alla Parrocchia di Merlengo.

                Quello qui esibito è l’esemplare 2/9 realizzato nel 2006 per un collezionista privato che l’ha installata nel parco della propria villa.

                Oltre alla scultura l’artista ha ideato anche il basamento, tutto in acciaio corten. Esso richiama la professione del committente ed alcuni oggetti simbolici tra i quali: le croci cosmiche; il sole; la luna; i segni zodiacali della famiglia del committente; le cornucopie.

                Attualmente devono essere realizzati gli ultimi sette esemplari tra i quali una prova d’autore, essi saranno creati solamente su commissione.

                Ogni esemplare, essendo l’opera realizzata in 9 esemplari di cui tre prove d’autore è, secondo le convenzioni e gli usi del mercato dell’arte, da considerarsi un pezzo unico.

                Nota critica

                Nota critica

                Chiave di lettura; dal basso verso l’alto.

                Una maestosa colonna vegetale avvitata in un delicato movimento a spirale che richiama la chimica di base della vita, sorregge il corpo sensuale della fanciulla eterna.

                Il corpo è magnificamente teso ed intento all’instancabile all’attamento. Quest’opera è un’imponente affermazione dell’essere, nella sua completezza.

                Il volto della donna è rapito, sgomento nell’osservare come, appena vi sono le minime condizioni, la vita attecchisca e si accresca tenace, forte, aggressiva.

                Infine, in pochi istantanei centimetri si sviluppa la fuga prospettica, il climax. Il capo della fanciulla contrasta con la solidità corporea. Esso fugge dalla vita terrena; conduce al termine estremo.

                È qui una forma vitale deformata dalla compenetrazione astratta del pensiero, che ricerca la vita ultraterrena e lo smarrimento mistico. Il volto è teso, le ossa evidenti, le orbite vuote, il cranio allungato verso l’alto; quindi non più spinto dal basso ma assorbito verso l’alto.

                C’è tuttavia qualcosa in più. In genere si può dire che ci sia tutto; ed in effetti è così. Quest’enorme colonna vegetale da cui emerge, con una potente spirale dinamica, il corpo sensuale della femmina intenta all’allattamento. Ecco, non è più una semplice ragazza che allatta il piccolo. È un significato vitale:
                le radici, l’albero della vita, la spirale della vita, le forme sontuose e piene della donna che genera vita, i fianchi poderosi, il petto turgido; questi sono forti e inequivocabili richiami sessuali.

                La sessualità è la chiave della vita, il piacere sessuale per l’umanità è la ricompensa della vita. La donna è al centro della sessualità. Non esiste simmetria tra uomo e donna. La donna è il significato della vita e per l’artista è l’unica speranza di riscatto.

                Il figliolo in braccio alla madre è cresciuto, ha superato l’età per l’allattamento ma ancora dipende dal seno materno. Un tempo ignoranza, privazioni e miseria costringevano le mamme a prolungare l’allattamento.

                Unica vera citazione simbolica della scultura, questa delicata testimonianza del passato ha anche un significato minaccioso; forse un’ossessione vitale:
                lo sgomento nell’osservare come, appena vi sono le minime condizioni, la vita attecchisca e sia tenace, forte, aggressiva.

                Infine osservate la fuga prospettica. Già è presente, in climax, nelle braccia e nelle mani: esse si fanno snelle, filiformi, astratte. Contrastano con la solidità corporea, vogliono sganciarsi dalla vita terrena. Il viso e il capo della donna conducono a termine questa “fuga”.

                La figura non è qui più una forma vitale ma è deformata dalla compenetrazione astratta che vuole portare slancio alla ricerca della supposta vita ultraterrena o dello smarrimento mistico. Il volto assume aspetti estremi e la pelle è tesa e rende evidenti le ossa, le orbite appaiono già vuote, il cranio è allungato verso l’alto, come assorbito da una misteriosa forza d’attrazione, verso il cielo, l’ignoto, la risposta ultima:
                Dio?

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